Questione di sguardi: Milan Kundera e Alejandro Zambra

Ho un debole per i romanzi di formazione. Kundera io l’ho scoperto con La Vita È Altrove (1973). La prima volta che mi è capitato tra le mani, ne sono rimasto folgorato. Si narra la tragicomica educazione sentimentale di un giovane poeta nella Praga agli albori della rivoluzione comunista. Per me è superiore a quasi tutti gli altri suoi libri. È un libro che sta alla pari de L’Educazione Sentimentale di Flaubert in cui gli ideali della giovinezza, l’idealismo della rivoluzione, si scontrano con la realtà e ne escono ridicolizzati. Un libro che mette insieme Don Chisciotte, Rimbaud e Kafka. Un libro geniale… che mostra segni di vecchiaia pur essendo scritto soltanto nel 1973.

Prendo come metro di misura una scrittrice contemporanea, Rebecca Solnit, che nel suo saggio Ricordi Della Mia Inesistenza (Ponte alle Grazie, 2021) teorizza che gli artisti patriarcali godono nel ridicolizzare e uccidere figure femminili nelle loro opere. La Vita È Altrove finisce con l’imprigionamento e l’umiliazione grottesca di una bella donna, un evento messo in scena dal protagonista nell’intento di darle una lezione. Per certi aspetti Kundera è uno scrittore satirico e l’ironia è uno dei piaceri che ci aspettiamo dal testo. Può darsi anche che una scena del genere miri a mostrarci la stupidità del protagonista. E si può aggiungere, a parziale difesa, che non viene fatto nessuno sconto neanche al protagonista, il quale incarna, poi, il personaggio a cui la Storia attraverso la Rivoluzione gioca lo scherzo più crudele. Eppure, Solnit direbbe, ancora una volta ecco lì un rogo dove viene bruciata una strega al solo scopo di dare piacere all’occhio maschile.

In verità è un problema ricorrente nei capolavori di formazione del canone occidentale, sono dispositivi di narrazione orientati al maschile: così come l’architettura costringe il percorso dei pedoni, allo stesso modo alcune storie costringono chi legge ad accettare un universo orientato al maschile, con dei valori, dei pregiudizi, delle finalità che riducono gli altri generi (lascio a chi legge il piacere di autodefinirsi, di trovare le parole giuste per parlare di sé) a oggetti del desiderio, aiutanti, ostacoli, e quasi mai comprimari, quasi mai soggetto da cui promana una narrazione principale e specifica. Per esempio le donne nei libri di Kundera, quando non sono madri, sono spesso donne innamorate che si ostinano a rincorrere uomini infedeli che preferiscono fuggire da loro, una volta avuta soddisfazione, in cerca di altro sesso. È punto di vista macho. Ed è il tema principale degli Amori Ridicoli, per citare un libro ben distribuito che si trova praticamente in tutte le librerie d’Italia. La Vita è Altrove, in particolare, veicola un diffuso preconcetto, ovvero l’idea che lo sguardo principale sul mondo sia quello degli uomini; Kundera mette sì in discussione la figura del poeta veggente, ma lo fa solo per gli aspetti che riguardano la perspicacia, la capacità, cioè di vedere attraverso gli eventi storici. La prospettiva da cui viene osservata la Storia è calcata sullo sguardo maschile che non subisce una critica radicale su questo punto preciso. Kundera è uno scrittore eccelso, capace di creare personaggi memorabili; la figura della madre è bellissima, così come la fidanzata del poeta. Ma nuotano, per dirla con David Foster Wallace, in acque patriarcali. È la matrice principale da cui osserviamo la vicenda. Non ci sono entrate diverse. C’è empatia per i personaggi femminili, c’è simpatia per la loro sorte, ma non è previsto un modo diverso di esistere per il femminile, indipendente dallo sguardo maschile. Come John Berger ci ha insegnato: lo sguardo è la proiezione della gabbia mentale.

Pubblicato 2021 da Sellerio, Poeta Cileno di Alejandro Zambra è un libro al contempo molto simile e molto diverso. Il Cile è uno dei pochi paesi in cui essere un poeta è un affare di stato; da Pablo Neruda, passando per Gabriela Mistral, la fama degli scrittori raggiunge e supera quella dei cantanti e dei calciatori. È per giunta è un luogo di rivoluzioni: quale scenario migliore per riproporre le questioni che animano La Vita è Altrove di Kundera?

Ecco ciò che fa Alejandro Zambra: in una Santiago de Chile, circondata dalla cordigliera delle Ande, un giovane vuole diventare poeta. E la cosa tenera, ridicola e stupenda è che questo ragazzo sembra pensare che tutte le questioni di massima urgenza, i sentimenti del sesso, la realizzazione di sé nella società, il bisogno di un padre, tutto potrebbe risolversi felicemente se soltanto lui potesse scrivere e pubblicare un bel libro di poesie.

Fin qui il tema non è troppo diverso da quello del romanzo di Kundera: un ragazzo vuole realizzare i suoi sogni di gloria e si scontra con i fatti. Ma in Poeta Cileno questa stessa storia trova una formulazione diversa: il punto di vista maschile viene circondato, smussato, livellato, riportato a un’idea di ragionevolezza, di confronto alla pari con il femminile che, molto spesso, rappresenta il principio di realtà che argina il sogno. Il lavoro sulla prospettiva che fa Zambra è copernicano: l’ombra di Neruda, poeta della nazione e padre della patria, non sparisce del tutto, la strategia di narrazione, però, relativizza l’egocentrismo del giovane apprendista poeta. Non diventa mai poeta. Non solo la magniloquenza dei sentimenti del protagonista è spesso inversamente proporzionale alla bellezza dei suoi versi ma, a un certo punto, si abbandona del tutto il punto di vista maschile: il punto di vista principale diventa quello di una giornalista lesbica, finita per errore a letto con il protagonista, che decide per i propri scopi personali (deve vendere un articolo al New York Times), di documentare la scena contemporanea della poesia in Cile e la sua attenzione si sposta ben presto dalle voci maschili, già ben documentate, alle voci femminili, ritenute più meritevoli.

Le donne in Poeta Cileno agiscono per conto loro, spesso con finalità imperscrutabili rispetto al bisogno di senso maschile, fatto questo che getta il protagonista nell’angoscia. La giornalista, per esempio, riesce meglio del poeta nel campo stesso del poeta: si fa degli amici e delle amiche nel mondo della poesia, arrivando dove il protagonista non era mai arrivato. La differenza fondamentale tra Zambra e Kundera è che l’egocentrismo maschile non è più l’unica chiave di lettura del mondo, bensì una delle tante possibili matrici. Il protagonista, poi, forse non diventerà il Grande Poeta che sognava di essere ma farà un percorso personale che lo porterà a diventare un essere umano capace di stare al mondo e in relazioni con gli altri, così come lo è il narratore.

In Zambra, tuttavia, quasi scompare la Storia. Siamo in un Cile contemporaneo immerso nel mondo pop, dove ogni rivoluzione è impossibile, l’urgenza di fare la rivoluzione politica, forse, passa in secondo piano rispetto al bisogno di operare una rivoluzione interiore. Si ragiona tantissimo sui sentimenti, sui ruoli, e si arriva a capire che si può essere diversi (e chiunque abbia tentato di lavorare su se stesso lo sa quant’è difficile cambiare).

 In La Vita È Altrove il motore della tragedia è la Storia. È costantemente l’oggetto delle riflessioni di Kundera: in che modo la storia agisce sul singolo? Cosa capisce il singolo della Storia mentre la Storia corre verso di lui veloce come un autobus? Tanta della grandezza di Kundera, almeno il Milan che ho amato io, sta in queste domande. E il suo senso del ridicolo nasce dalla risposta: molto poco, forse niente: uomini e donne sono dominati dall’inconscio, dal fato, dal destino, dal mondo in cui vivono, le loro emozioni sono inutili e risibili; e infatti spesso dalla Storia, su questo è sempre molto egualitario e contemporaneo, finiamo tutti investiti.

Pubblicato da

Loris Righetto

Nato e cresciuto tra Verona e la sua provincia. Oltre alle cose importanti per vivere, mi occupo di narrativa, immagini e scrittura. Sono laureato in lingue e ho frequentato il Columbia Publishing Course a NYC. Miei racconti sono apparsi su diverse riviste cartacee e digitali, tra cui Nuovi Argomenti. La mia raccolta di racconti, al momento inedita, è stata menzionata al Premio Calvino, edizione 2019.