Il valore del tempo

“Sono sull’orlo di un attacco di panico. Non sto scherzando. Ora mi metto a piangere”.

Viola è a Riccione. Seduta contro un muro. Nel bagno di una stanza di un hotel che sarà inaugurato tra due giorni, se si spiccia a finire le pulizie. Sono le otto di sera e, senza contare la stanza da cui ci sta telefonando, ne deve pulire altre dieci. Oltre a sgomberare i materiali di risulta lasciati dagli operai, la pulizia ordinaria di una stanza le richiede almeno mezz’ora. Mezz’ora quando è fresca, al mattino. Fuori dalla finestra si sono accese le stelle, la luna brilla sul mare, dai bar viene musica festaiola, e Viola di stanze oggi ne ha già pulite una ventina: “Un mio collega ha le unghie che gli sanguinano a furia di grattare i pavimenti.”

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I costi nascosti della felicità

Forse non sarà uno scrittore. Ma uno dei più importanti narratori di questo scorcio di secolo è senza dubbio Jeff Bezos. E la storia che, da qualche decennio, insiste a ribadire è che l’obiettivo di Amazon è renderci felici. Grazie a un investimento epocale nella progettazione di negozi online e nella logistica, Jeff è riuscito ad accerchiare la nostra vita, a farla diventare una esperienza d’acquisto continua, dentro cui nuotiamo, quasi inconsapevoli, come il pesce nella famosa parabola di David Foster Wallace. Vivere, nella realtà raccontata da Amazon, non è diverso da camminare nel corridoio di un terminal aeroportuale: la vita è una proposta di acquisto incessante, ad ogni ora della notte e del giorno. I libri ti rendono felice? Ecco tutta la biblioteca del mondo a tua disposizione. No? E allora che ne dici di un frigorifero? Eccoti la lista dei migliori frigoriferi al mondo: acquista e sii felice. Forse mamma sta male. Forse le cose al lavoro non vanno bene e hai paura del futuro. L’acquisto ti verrà consegnato nel minor breve tempo possibile direttamente a casa.

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Chi racconta la storia che stiamo vivendo?

Luglio 2021, Grafica Veneta, azienda con sede a Trebaseleghe (PD) e la più importante in Italia nella stampa di libri, è coinvolta in un’indagine sullo sfruttamento di lavoratori stranieri e sulle condizioni cui erano costretti a sottostare per mantenere il lavoro. Per me diventa l’occasione di riflettere sui rapporti che intercorrono tra lavoro, autorealizzazione e società dei consumi.

I malcapitati, dopo aver ricevuto lo stipendio, venivano accompagnati al bancomat e rapinati. Picchiati, privati del passaporto, costretti a rimanere sul luogo di lavoro a lavorare notte e giorno. Quando ho acceso la radio, quel mattino andando al lavoro, non potevo credere ai miei orecchi: i vertici di un’azienda stampatrice tra le più prestigiose del nostro paese, produttrice di bestseller nazionali e internazionali, era accusata di sapere che nel reparto logistico alcuni suoi dipendenti -quasi tutti di origine pakistana- venivano picchiati, ricattati. Il direttore del Salone del Libro di Torino, intervistato dal conduttore del programma, si poneva una domanda: “Quali libri pubblicheremo partendo da questi presupposti?”.

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